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01/04/2025

La casa degli orrori: il mio primo appuntamento vendita

Un settore in evoluzione
Negli ultimi anni, l’immagine dell’agente immobiliare ha guadagnato visibilità grazie ai social e ai programmi televisivi che mostrano case da sogno e trattative milionarie. Ma nel 2010, quando ho iniziato, era tutta un’altra storia. Gli agenti immobiliari erano figure quasi di nicchia, il settore si basava sul passaparola e sulla pubblicità cartacea. Le agenzie storiche dominavano il mercato, lasciando poco spazio ai nuovi arrivati.
Farsi conoscere significava investire anni e risorse in giornali locali, sponsorizzazioni o spot televisivi.
Oggi, con una pagina Instagram ben curata e un piccolo budget pubblicitario, puoi raggiungere migliaia di potenziali clienti. Le strategie sono cambiate radicalmente, ma nel 2010 la realtà era molto diversa.

Il battesimo del fuoco
Il mio primo appuntamento vendita arrivò dopo pochi giorni di affiancamento. Quel giorno salii in auto con Davide, il collega che mi stava introducendo al mestiere. La destinazione era un’abitazione già presente nel nostro portafoglio immobiliare, soprannominata in ufficio “la casa degli orrori”.

Confesso che non mi aspettavo di iniziare così. Appena entrato, rimasi sotto shock: l'abitazione era vecchia, sporca e in condizioni decisamente precarie. Una parte di me era delusa: pensavo che il mio debutto come agente immobiliare avrebbe avuto un tocco di fascino, magari un appartamento moderno o una villa da sogno.
Invece, mi ritrovai davanti a una porzione indipendente completamente da ristrutturare. Dentro di me continuavo a chiedermi: “Chi mai potrebbe voler comprare una casa così?”

Ogni casa ha il suo acquirente
Questa affermazione, apparentemente semplice, nasconde una realtà che ogni professionista del settore dovrebbe fare propria: non esistono immobili invendibili, ma solo immobili che aspettano la persona giusta.
Arrivarono i clienti. Davide, con il suo entusiasmo contagioso, iniziò a presentare l’immobile.
Nonostante fosse evidente che anche lui non amasse quella casa, riuscì a trasformare ogni difetto in un’opportunità.
Parlò della metratura, della possibilità di personalizzazione e del prezzo competitivo.
Guardando i clienti, capii che erano entusiasti. Per loro, quella casa non era un rudere, ma un progetto, una nuova vita. Fu lì che imparai una lezione fondamentale:

“Ogni casa ha il suo acquirente. Non importa quanto sia disastrata:
il prezzo giusto e la visione giusta possono fare miracoli.”

Alla fine, quegli acquirenti si rivelarono perfetti per l’immobile.
Firmarono, e la casa degli orrori divenne la loro nuova avventura.
Quello che per qualcuno può sembrare un cumulo di mattoni fatiscenti, per un altro potrebbe rappresentare una tela bianca su cui dipingere il proprio sogno.
Alcuni acquirenti cercano la perfezione, immobili chiavi in mano pronti per essere abitati. Altri, invece, vedono il potenziale nascosto: uno spazio da personalizzare, ristrutturare, trasformare in qualcosa di unico e speciale.

Dietro ogni successo, tanto lavoro
In quel momento pensai: “Beh, è facile! Un appuntamento, una vendita.” Ma fu la segretaria a riportarmi con i piedi per terra, confidandomi che quella vendita era il risultato di oltre 30 visite precedenti, tutte concluse senza successo.
Quella casa era stata vista, valutata e scartata da numerosi clienti prima che arrivasse il compratore giusto.
Fu una lezione che non dimenticherò mai:

“Tutto si vende, è solo una questione di prezzo, perseveranza e pazienza.”

La casa degli orrori: un ricordo indelebile
Quella casa decrepita, che inizialmente mi aveva messo a disagio, divenne un simbolo per me. Mi insegnò a guardare oltre le apparenze, a credere nel lavoro che stavo iniziando e a capire che il successo non arriva mai al primo colpo.

Ogni agente immobiliare ha un inizio, e il mio è partito da quella “casa degli orrori”.
Ancora oggi, quando concludo una trattativa, ogni tanto ripenso a quel giorno e sorrido: era solo l’inizio di un lungo viaggio.

Roberto Coccoli - Rea 572995

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