
03/04/2025
Il Primo Incarico di Vendita – Una Lezione di Consapevolezza
Ogni prima volta ha un sapore speciale. Il mio primo incarico di vendita, invece, mi ha lasciato un mix di emozioni: entusiasmo, inesperienza e, alla fine, una grande lezione.
La Ricerca: una sfida personale
Non sono mai stato un amante della "ricerca sul campo", quella parte del lavoro che ti porta a bussare alle porte o suonare ai campanelli sperando di trovare qualcuno disposto a parlare. È un'attività che richiede costanza, coraggio e una buona dose di faccia tosta. Tuttavia, sapevo che senza questa fase non avrei potuto ottenere risultati concreti. Così, quella mattina mi diressi verso una zona di villette a schiera che avevo individuato sulla mappa. Era un contesto abitativo piacevole, quasi un’oasi nella città, e mi sentii subito ispirato. Alla fine della fila di villette trovai una coppia di anziani disposti a parlare. Non era una situazione insolita: figli grandi ormai lontani, una casa troppo grande per due persone, e la voglia di cambiare per adattarsi meglio alla nuova fase della loro vita.
La Casa: orgoglio e potenziale
Mi accolsero con grande gentilezza e mi mostrarono la loro abitazione, raccontandomi ogni dettaglio con passione. La casa era impeccabile, con un giardino che si estendeva su tre lati e materiali di qualità scelti con cura durante una ristrutturazione vent’anni prima. Era evidente quanto fossero orgogliosi di quella casa e del modo in cui l’avevano mantenuta.
Io, però, ero un novellino. Non avevo idea del valore di mercato dell’immobile, ma l’entusiasmo mi spinse a tornare in ufficio con un resoconto dettagliato. Il mio responsabile, vedendo il mio entusiasmo, mi consigliò di fissare un appuntamento per il pomeriggio, in modo da visionare la casa insieme e dare una valutazione concreta.
La Valutazione: una scelta azzardata
Sfortunatamente, il mio responsabile non riuscì a partecipare all’appuntamento per un’urgenza, lasciandomi solo a gestire la situazione. Mi ritrovai così a dover fornire una valutazione senza avere le competenze necessarie. Spinto dal desiderio di ottenere l’incarico, proposi una cifra decisamente fuori mercato.
La coppia, fidandosi della mia sicurezza, accettò e firmò un contratto in esclusiva per otto mesi. Pensavo di aver fatto centro: una bella casa, in una zona esclusiva, un incarico prestigioso. Ma ben presto mi resi conto di quanto avessi sbagliato.
L'Errore: una lezione fondamentale
Nei mesi successivi non riuscimmo a portare nemmeno un potenziale acquirente. Il prezzo era troppo alto e fuori mercato. Ogni tentativo di convincere i proprietari a rivedere la cifra fu vano: erano ormai convinti che la mia valutazione fosse corretta e aspettavano il famoso "amatore". L’amatore, però, non arrivò mai. E alla scadenza del contratto, oltre a non aver guadagnato nulla, mi rimase addosso il peso di un incarico gestito male.
La Consapevolezza: crescere dagli errori
Da quell’esperienza ho imparato una lezione che porto ancora con me: un incarico preso a un prezzo sbagliato non è un buon incarico. Non serve a niente illudere il cliente con valutazioni gonfiate, perché alla fine i risultati non arrivano e la delusione si riversa su di te.
Ma ho anche imparato che la costanza nella ricerca può portare a grandi soddisfazioni. Quella mattina, mettendomi in gioco e superando la mia avversione per il porta a porta, ero riuscito a trovare un’opportunità concreta. Quello era il primo passo. Il resto, come ho capito più tardi, richiede competenza, trasparenza e il coraggio di dire la verità, anche quando questa può sembrare scomoda.
Conclusione
Il mio primo incarico di vendita non fu un successo in termini economici, ma mi regalò una
consapevolezza preziosa: l’importanza della preparazione, dell’onestà e del lavoro ben fatto. Oggi so che ogni errore può diventare un trampolino di lancio per fare meglio, e che ogni passo falso può insegnarti a camminare con più sicurezza verso il tuo futuro.
E tu, qual è stato l’errore che spesso ricordi all'inizio della tua carriera?
Roberto Coccoli - Rea 572995
La Ricerca: una sfida personale
Non sono mai stato un amante della "ricerca sul campo", quella parte del lavoro che ti porta a bussare alle porte o suonare ai campanelli sperando di trovare qualcuno disposto a parlare. È un'attività che richiede costanza, coraggio e una buona dose di faccia tosta. Tuttavia, sapevo che senza questa fase non avrei potuto ottenere risultati concreti. Così, quella mattina mi diressi verso una zona di villette a schiera che avevo individuato sulla mappa. Era un contesto abitativo piacevole, quasi un’oasi nella città, e mi sentii subito ispirato. Alla fine della fila di villette trovai una coppia di anziani disposti a parlare. Non era una situazione insolita: figli grandi ormai lontani, una casa troppo grande per due persone, e la voglia di cambiare per adattarsi meglio alla nuova fase della loro vita.
La Casa: orgoglio e potenziale
Mi accolsero con grande gentilezza e mi mostrarono la loro abitazione, raccontandomi ogni dettaglio con passione. La casa era impeccabile, con un giardino che si estendeva su tre lati e materiali di qualità scelti con cura durante una ristrutturazione vent’anni prima. Era evidente quanto fossero orgogliosi di quella casa e del modo in cui l’avevano mantenuta.
Io, però, ero un novellino. Non avevo idea del valore di mercato dell’immobile, ma l’entusiasmo mi spinse a tornare in ufficio con un resoconto dettagliato. Il mio responsabile, vedendo il mio entusiasmo, mi consigliò di fissare un appuntamento per il pomeriggio, in modo da visionare la casa insieme e dare una valutazione concreta.
La Valutazione: una scelta azzardata
Sfortunatamente, il mio responsabile non riuscì a partecipare all’appuntamento per un’urgenza, lasciandomi solo a gestire la situazione. Mi ritrovai così a dover fornire una valutazione senza avere le competenze necessarie. Spinto dal desiderio di ottenere l’incarico, proposi una cifra decisamente fuori mercato.
La coppia, fidandosi della mia sicurezza, accettò e firmò un contratto in esclusiva per otto mesi. Pensavo di aver fatto centro: una bella casa, in una zona esclusiva, un incarico prestigioso. Ma ben presto mi resi conto di quanto avessi sbagliato.
L'Errore: una lezione fondamentale
Nei mesi successivi non riuscimmo a portare nemmeno un potenziale acquirente. Il prezzo era troppo alto e fuori mercato. Ogni tentativo di convincere i proprietari a rivedere la cifra fu vano: erano ormai convinti che la mia valutazione fosse corretta e aspettavano il famoso "amatore". L’amatore, però, non arrivò mai. E alla scadenza del contratto, oltre a non aver guadagnato nulla, mi rimase addosso il peso di un incarico gestito male.
La Consapevolezza: crescere dagli errori
Da quell’esperienza ho imparato una lezione che porto ancora con me: un incarico preso a un prezzo sbagliato non è un buon incarico. Non serve a niente illudere il cliente con valutazioni gonfiate, perché alla fine i risultati non arrivano e la delusione si riversa su di te.
Ma ho anche imparato che la costanza nella ricerca può portare a grandi soddisfazioni. Quella mattina, mettendomi in gioco e superando la mia avversione per il porta a porta, ero riuscito a trovare un’opportunità concreta. Quello era il primo passo. Il resto, come ho capito più tardi, richiede competenza, trasparenza e il coraggio di dire la verità, anche quando questa può sembrare scomoda.
Conclusione
Il mio primo incarico di vendita non fu un successo in termini economici, ma mi regalò una
consapevolezza preziosa: l’importanza della preparazione, dell’onestà e del lavoro ben fatto. Oggi so che ogni errore può diventare un trampolino di lancio per fare meglio, e che ogni passo falso può insegnarti a camminare con più sicurezza verso il tuo futuro.
E tu, qual è stato l’errore che spesso ricordi all'inizio della tua carriera?
Roberto Coccoli - Rea 572995